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30 Settembre
2018
XXVI Domenica del Tempo Ordinario
Giovanni, il discepolo prediletto, va dal
Maestro e gli sfodera tutta la sua determinazione nell'aver bloccato un 'abusivo', un 'irregolare'
che stava liberando un indemoniato. Quasi soddisfatto dice 'glielo abbiamo impedito perché non é
della nostra cerchia'... Avrà pensato il Maestro 'siamo ancora a questo punto?!'. Quella di
Giovanni é la probabile fissazione di ogni possibile discepolo, soprattutto dei più 'vicini'(a chi?
a che cosa??),quella di voler, infondo, usare compasso e gognometro per tentare di delimitare
l'azione di Dio, la sua liberalità e gratuità. Tentativo antico quanto l'uomo di frenare la vita con
regole sia pur sacre. Ma il Maestro non ci sta. Da dovunque e da chiunque venga il bene l'autore é
solo Uno ma davanti all'uomo bloccato nel suo male urge solo liberarlo, non importa la sigla o la
ditta impegnata. L'uomo e la vita prima di tutto. Sempre questo é il Vangelo, capace di mostrare un
Dio attento e intento alla vera felicità dell'uomo. Il Regno non coincide con i gruppi, neanche
quelli piú specializzati, nemmeno con la Chiesa, che resta sempre e solo l'inizio del Regno nella
storia. Nella logica nuova del Regno anche un bicchiere d'acqua dato con amore ha valore di
eternità. Papa Francesco direbbe che dobbiamo essere come Chiesa piú 'casa paterna' che 'dogana
della Grazia'!
A ciascuno il compito di curare la
propria mano ogni volta che smette di aprirsi verso il fratello e anche verso il nemico; occorre
curare quel piede incapace di andare verso l'altro e di saper stare nella storia di ogni giorno;
serve curare il proprio occhio per poter vedere il bene sempre e comunque.
Credo nel Vangelo perché ha davvero ragione. Quella Parola scopre i
miei tarli, ma diventa pure medicina, un colpo d'ali dentro una storia altrimenti troppo buia.
Questo Dio, irregolare e abusivo, finalmente Dio di tutti irregolari e abusivi, mi piace
!!
Felice domenica a tutti!
Don Vito